Porcilecchio e Gurfuglieta
Trekking del 25 luglio 2010
All’appuntamento al bivio di Formentara, ci ritroviamo in 10, aspettiamo, le ore 8,15, e, come le ferrovie svizzere, partiamo in orario, e in macchina facciamo solo 1,5 km., poi visto l’affollamento viario, gente al fieno, cacciatori con i cani, e campeggiatori vari, lasciamo le macchine al bivio per il Monte Colombo e partiamo a piedi.
La strada è buona, agevole ed in leggero declivio, dopo circa 15/20 minuti, attraversato una bella faggeta, arriviamo alle cascine Landi (località in zerasco pra d’bé), i bambini giocano nel prato antistante le cascine e noi a nostra volta ammiriamo le costruzioni, in buona parte (3 su 4) recuperate e mantenute. Iniziamo ad affrontare il sentiero per Porcilecchio, incontriamo degli amici zeraschi (cacciatori) che hanno portato i cani a fare una sgambata, la sentieristica in questo primo tratto è ottima, agevole e procede in leggera discesa, e con i “maracciâ€, in due si procede ad eliminare dal sentiero la vegetazione ingombrante; dopo altri 20 minuti arriviamo al paesino abbandonato di Porcilecchio.
Sono 7/8 abitazioni, completamente con muratura a secco, le coperture e parte dei muri perimetrali non esistono più, l’abbandono e l’ingordigia dell’uomo (sono state asportate, praticamente tutte le piagne di copertura, facilitando, anzi favorendo il degrado strutturale), sono ancora visibili i segni del tipo di vita che si conduceva in questo sito, su un’architrave in arenaria, è ben evidente a.d. 1825. Alcuni castagni in prossimità delle costruzioni sono enormi, sicuramente plurisecolari, ci vogliono tre persone adulte per abbracciarne la circonferenza.
Proseguiamo per il paese di Gurfuglieta, il sentiero è meno agevole e l’opera di pulizia più impegnativa, e dopo altri 40 minuti raggiungiamo anche questo paese abbandonato; la sua dimensione ci sorprende, sono all’incirca 25/30 costruzioni, con una viabilità ancora evidente, lo stato degli immobili è migliore di quello di Porcilecchio, ed alcune abitazioni e/o stalle sono ancora ricoperte dalle piagne. Tutte le costruzioni sono del tipo a secco, lungo l’antica strada, ancora ben tracciata, che attraversava il paese e lo congiungeva a Noce, è ben visibile un pozzo comune, ancora con l’acqua al fondo.
Su un cantonale di un’abitazione vi è una scritta di difficile interpretazione, a mio modo di vedere è un punto trigonometrico tracciato al tempo dell’istituzione del catasto Leopoldino in Toscana (inizi 1800), le abitazioni, dovrebbero risalire ai primi del 1500.
Tutto l’abitato è all’interno di un bosco di castagni, plurisecolari e sono ancora vive diverse piante da frutto, ormai rinselvatichite come ciliegie, pere e mele.
Compiamo una sopralluogo didattico, in prossimità di un essicatoio, su un tronco abbattuto di castagno, in posa, vi è un bell’esemplare adulto di vipera, le sue dimensioni sono notevoli, è apparentemente socievole, non scappa, si lascia fotografare, e noi ai bambini facciamo vedere il rettile, spiegandogli le sue catteristiche e le precauzioni da adottarsi. Con calma, a ritroso, iniziamo il percorso per il rientro, lasciamo la vipera a custodia dell’abitato abbandonato di Gurfuglieta, nel rispetto della tabella di marcia, rientriamo agli automezzi, salutiamo i componenti della camminata, dandoci appuntamento alle prossime uscite e con la considerazione che ancora una volta, i bambini che hanno partecipato, il più grande otto anni, hanno dimostrato una energia insospettata.