Attualità e precisazioni


Come già detto, Zeri è uno dei 14 comuni della Lunigiana, per estensione è il terzo comune, la sua quota media s.l.m. é di 750 metri, con un minimo di 250 metri ed un massimo di s.l.m. 1592 metri, ed insieme a Comano, è uno degli unici due comuni che rivestono il carattere di “montano”.
Il territorio zerasco è formato da valli chiuse, in taluni punti impervie e gli insediamenti attuali dello zerasco mostrano una formazione tipicamente pagense, ancora oggi, nonostante molte frazioni siano ormai disabitate, ed alcune letteralmente scomparse, sono ancora 22 le località adibite a siti residenziali.

Su tutto il territorio comunale, non esistono opifici industriali né artigianali, esistono esclusivamente alcune attività artigianali legate alla lavorazione del legno, del ferro ed edile. Le maggiori attività sono ancora quelle legate all’agricoltura, all’allevamento ed alla selvicoltura, poche sono le attività commerciali, di ristorazione e di ricettività organizzata.

La stragrande maggioranza della popolazione è over 65, la vita media è molto elevata, gli uomini si attestano sugli 85 anni, e le donne superano i 90 anni.

Da dopo la seconda guerra mondiale, l’isolamento si è ridotto, questo pur mantenendo un elevato livello di criticità viaria, in particolare per la mancanza di un serio intervento sui fondi stradali, siano esse vie provinciali che comunali. In meno di 60 minuti di auto, si possono comunque raggiungere le Cinque Terre (Riomaggiore, Manarola, Vernazza, Corniglia e Monterosso), il mar Tirreno e le sue famose località costiere siano esse liguri che toscane (Bocca di Magra, Fiumaretta, Marina di Massa, Marina di Pietrasanta, il Cinquale, Forte dei Marmi, Lido di Camaiore e Viareggio). Esiste, anche se non appieno sfruttata, una imponente stazione turistica, tale struttura dotata di impianti di risalita per lo sci, che è posizionata in località Passo Due Santi, a quota 1392 metri s.l.m.; è dotata di albergo/ostello, ristorante e negozi per le attività invernali ed estive. La località, così come tutto il territorio di Zeri, è stato da poco collegato con una strada interregionale che collega il Passo Due Santi con il Comune di Albareto (PR) e il comprensorio parmense.

Le montagne dello zerasco, sono attraversate da una numerosa sentieristica, che a parte l’AV1 e l’AV5, meriterebbero altra considerazione e manutenzione, e sono meta ideale di chi ama il trekking non troppo impegnativo, le passeggiate, da quelle più facili, a quelle più impegnative, imponenti faggete, oltre i 1000 metri di quota, intervallate da estesi boschi di castagno, boschi e foreste che, lasciano lo spazio ad ampie zone prative, adatte al pascolo degli armenti (ovini-bovini ed equini).

I prodotti del sottobosco (funghi, mirtilli, lamponi, fragoline, more, castagne, noci e nocciole), sono apprezzati anche fuori dal territorio, alcune specie, sia di animali che di piante da frutto, complice l’atavico isolamento, sono rimaste inalterate nel tempo, e la loro valorizzazione, la riscoperta ed il loro mantenimento, è la tendenza che caratterizza anche la neonata Associazione Culturale delle Valli di Zeri e quella di alcuni giovani che caparbiamente, da buoni montanari, hanno deciso di continuare l’attività delle passate generazioni.

L’agnello di Zeri e la carne dei bovini, animali mantenuti quasi esclusivamente al pascolo in quota, sono fra gli alimenti di maggior pregio; discorso a parte merita la flora e la fauna: la Scuola Superiore S. Anna di Pisa, ha rilevato, dopo uno studio sul territorio, la presenza di numerose specie floreali che contribuisono a mantenere una elevata “biodiversità” territoriale, la fauna selvatica, spazia dall’acquila reale, al gheppio a tutte le specie di rapaci notturni e diurni ancora presenti, ed a Zeri in notevole quantità, sul crinale appenninico.

Fra i mammiferi, oltre a volpi, cinghiali, tassi e caprioli, è da anni presente una colonia di lupi, i quali quando non trovano più sostentamento in alta quota, a volte aggrediscono le greggi, con grave danno per gli allevatori.

Le Valli di Zeri conservano ancora tutto un sistema idrico, formato da torrenti, ruscelli ed un fiume principale, il Gordana (che nel territorio di Zeri è Zona S.I.C. “Zona di Interesse Comunitario”), ancora ricchi d’acqua, e ciò ha fatto si che sul territorio, almeno fino all’inizio del 1900, fossero in attività quasi 100 mulini ad acqua. Ora purtroppo, a parte pochissime testimonianze, queste attività sono scomparse e spesso sono state trasformate in residenze.

Percorrere i sentieri di crinale, se il tempo è favorevole, vuol dire poter ammirare in lontananza il mar Tirreno con la vista che si spinge fino alla Corsica e al Golfo Ligure fino a Nizza, dalla cima del Monte Gottero (1639 metri s.l.m.) è possibile intravedere tutte le alpi marittime e la cima del Monviso.

Fare trekking o pedalare in mountain bike, per la sentieristica, vuol dire anche poter riscoprire decine di “paesi abbandonati” da quasi un secolo, alcuni ancora in discreto stato di conservazione. Zeri è un territorio montano fortemente autarchico, che ha sviluppato nei secoli un’alimentazione particolare, basata su pochi ma nutrienti prodotti che una volta venivano definiti “poveri”, e nelle poche attività di ristorazione presenti è ancora possibile oltre che consumare prodotti genuini, gustare le ricette di una cucina che si è tramandata nel tempo con ottimi e prelibati risultati.

Nella sua povertà e semplicità, il territorio zerasco è come un “Vaso di Pandora”; al suo interno vi si possono trovare certamente tanti rimedi utili sia per gli abitanti che per il suo territorio, e si tratta solo di aprirlo. E’ un’operazione che deve essere effettuata congiuntamente ai nativi, e da coloro che amano questa terra, e ciò và fatto utilizzando una semplice regola: sviluppare le potenzialità traguardando un maggiore benessere per Zeri, per i suoi abitanti e creando le opportunità affinchè le nuove generazioni non abbandonino queste vallate meravigliose, tutto questo mantenendo però inalterate le caratteristiche ambientali insieme alla conservazione di tradizioni e culture che hanno sino ad ora retto all’usura del tempo.

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